Project Description
Il confine è una linea, una zona di separazione, una discontinuità; dato che la divisione avviene lungo una linea, questa diviene al tempo stesso un elemento di contatto.
Bisogna dunque tener presente che un confine qualsiasi non solo separa, ma altresì unisce coloro che stanno dall’altra parte; un di qua e un di là, una terra di mezzo, che ci obbliga a gestirne il confronto, portando il nostro sguardo a ciò che proviene oltre, mostrandoci un’altra prospettiva, un altro punto di vista.
Dobbiamo ricordare che i confini, siano essi naturali o politici, sono solo temporanei e non sono quelli segnati sulla carta ad impedire migrazioni che avvengono da sempre, nessun limite o filo spinato può, e deve, minare la libertà.
Bauman scrive: i confini sono tracciati per creare differenze, per distinguere un luogo dal resto dello spazio, un periodo dal resto del tempo, una categoria di creature umane dal resto dell’umanità.
Anche in queste opere il tema trattato è quello che da sempre caratterizza la mia produzione artistica, la rappresentazione della libertà e dei diritti umani, sviluppando il racconto partendo dalla definizione di confine, dal dualismo che la linea di separazione crea e dall’unione che intrinsecamente ne deriva.
Per evidenziare l’inconsistenza del confine ho scelto come materiale un tessuto non tessuto, lasciato libero di fluttuare; il fondo è realizzato con campiture di colore a cui si sovrappongono pennellate di varie tonalità del blu e dell’amaranto, diventando il palcoscenico, il “luogo” della narrazione; le linee sono il filo del racconto e si relazionano con la base, a volte emergono, si attorcigliano, si rincorrono, altre volte diventano parte integrante dell’opera, spezzandosi e ricomponendosi.
In questo spazio simbolico, fatto di chiusure ed aperture, emergono forme a bassorilievo che creano effetti ottici, giochi di ombre e di luci, enfatizzandone la tensione creativa apparentemente casuale.